Faccio parte di quella categoria di persone che ha vissuto il lock down con passione e preoccupazione, ma non ha avuto i danni economici che molti altri concittadini stanno vivendo. Ho continuato a lavorare e a percepire lo stipendio e ho anche ridotto le spese.
So di non essere da solo, so che sono tanti nella mia stessa situazione un po’ più privilegiata di tanti altri.
Ora tocca a noi.
Tocca anche a noi farci carico della ripartenza. Tocca a noi dare una mano ai nostri concittadini che hanno avuto un negozio, un ristorante, un bar, un albergo, uno stabilimento balneare, una palestra, un cinema, un teatro fermo per quasi tre mesi, e che per questo tempo hanno fatto i conti con la paura di non ripartire e con la sensazione di essere stati abbandonati.
Da domani, da quando potremo uscire, spendiamo quello che abbiamo guadagnato e risparmiato in questi mesi nei negozi dei nostri quartieri: compriamo le scarpe per l’estate, riforniamo il nostro guardaroba anche se magari non ne abbiamo bisogno; portiamo il nostro partner a mangiare fuori, andiamo fuori a fare colazione la mattina, compriamo i libri nella libreria all’angolo,
E durante l’estate programmiamo vacanze intelligenti, nelle nostre montagne, visitando alpeggi, baie marine, cantine, caseifici, andando a mangiare nelle osterie e nei ristoranti di paese.
Il mio non è un invito al boicottaggio nei confronti delle grandi piattaforme online. Questo è un invito a dirigere, per un certo periodo, le nostre spese verso i piccoli commercianti e produttori locali.
Tornerà di nuovo il tempo per visitare il mondo, per girare altri paesi e città straniere.
Ora no.
Ora è il momento della condivisione.